Lo ha ribadito nei giorni scorsi il prof. Saverio Cinieri, primario di Oncologia al “Perrino” di Brindisi e presidente nazionale di Aiom, l’Associazione Italiana di Oncologia Medica (in foto).

Oggi l’oncologo (insieme alla paziente) decide di fare la chemioterapia e quindi «regalare» tossicità, alopecia, problemi e drammi psicologici, anche a molte donne che potrebbero evitarla.

Spiega il prof. Cinieri: «Una volta operate, abbiamo 3 grandi gruppi di pazienti: quelle con un rischio basso di recidiva, che faranno una terapia ormonale per 5-10 anni; quelle ad alto rischio che hanno necessità di fare una chemioterapia con o senza terapia ormonale; e purtroppo una popolazione che costituisce circa il 30% delle donne a rischio intermedio, una sorta di zona grigia. Proprio in questa zona grigia – fa sapere Cinieri – abbiamo la possibilità di fare un test sul materiale tumorale asportato, che ci dà una soglia (un numero che è 25) al di sotto del quale può NON FARE LA CHEMIOTERAPIA e al di sopra del quale si DEVE aggiungere invece la chemioterapia. Un successo recente».

Questo TEST ci dice che anche in post menopausa nelle donne che hanno anche linfonodi positivi, se hanno una caratteristica di basso rischio, la chemioterapia è INUTILE. E questo cambia la storia.

Un vero peccato, se si pensa che il governo ha già stanziato 20 milioni per distribuire il Test in tutte le regioni, ma attualmente soltanto alcune possono disporne: Lombardia, Toscana e la provincia autonoma di Bolzano.

A questa situazione anomala cerca di far fronte l’associazione Europa Donna (www.europadonna.it). La presidente, Rosanna D’Antona (in foto) fa sapere che l’altro ieri, il 21 gennaio scorso, « …è partita una catena sociale sul sito di Europa Donna, dove raccogliamo adesioni per usufruire celermente del test. Vogliamo mobilitare migliaia di donne per fare pressione sulle istituzioni. Date la vostra adesione».

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