ARGENTOVIVOMASK nasce dalla mente di Lucio Del Gottardo, designer ecclettico che volendo dare il suo contributo nella lotta alla diffusione del COVID 19 ha unito tecnologia dei materiali innovativi ad un design in grado di risolvere problemi di vestibilità, efficienza ed ergonomia.

È un prodotto esclusivamente italiano, il filato in argento puro al 99% è prodotto da un azienda lombarda leader nel settore aereospaziale mentre il confezionamento avviene in una sartoria di alta moda salentina.
Le mascherine proteggono ma virus e batteri rimangono sulle superfici, ma c’è un metallo in grado di abbattere la carica virale in un massimo di 20minuti, l’argento ed il tessuto fatto con esso.
Dai tempi di Ippocrate medico greco 377aC , si conoscono le proprietà antibatteriche e antivirali dell’argento usato per impedire che ferite ed ustioni si infettassero.
Da qui nasce l’idea di produrre una maschera autopulente.
Grazie alla catalisi dell’argento che avviene con il passaggio d’ossigeno durante la respirazione il virus viene distrutto riscontrando un codice MV, che misura la carica antivirale, pari a 5,48 che corrisponde ad una distruzione della carica infettiva superiore al 99,9% dopo 20minuti.
La maschera ha una doppia funzione, lo strato d’argento esterno impedisce il proliferare di virus e batteri, lo strato d’argento interno ha una azione benefica sulla pelle impedendo la formazione, in un ambiente caldo umido come la mascherina, di fughi micosi ed erpes.
Ogni volta che indossiamo ARGENTOVIVOMASK facciamo del bene a noi stessi e all’economia ITALIA.

Scienze biomedicali ed ambientali 18, 176-180, (2005)
Veloce ed efficace eliminazione del Coronavirus SARS e di altri microbi esposti alle
superfici di alcuni metalli catalizzatori
Istituto per la prevenzione e il controllo delle malattie infettive, lnstitute for Viral Disease
Control and Prevention ,China Center for Disease Control and Prevention, HngxinRd.100
Beijing100052,China;C Research Center forEco—Environmental Sciences,Chinese
Academy Sciences,
BeijinglO0085,China,”~National Laboratory of Medical Molecular Biology,Institute of Basic
MedicalScience,ChineseAcademyofMedicalSciencesandPekingUnionMedical
College.DongDan SanTi ao5.Beijing100005,China
OGGETTO
Studiare i due metalli catalizzatori ————- che inibiscono la trasmissione della SARS e di
altre malattie respiratorie infettive. METODO i due metalli catalizzatori —————- sono stati
pressati in strati. 100 ml di ——————————————————————sono stati
lentamente fatti colare sulla superficie dei metalli di catalisi e lasciati rispettivamente per 5 e
20 minuti. Dopo essere stati rimossi dalle superfici degli strati sono state misurate l’infettività
dei virus e la propagazione dei batteri.
La proteina PrP è stata misurata con tamponi occidentali. I cambiamenti morfologici dei
batteri sono stati osservati al microscopio elettronico. RISULTATI. Dopo l’esposizione alle
superfici di catalisi per 5 e 20 minuti, l’infettività del SARS-COV in celle in vitro e di
baculovirus in cellule Sf9 era calato ad un livello molto basso e non rilevabile, ed utilizzando
il sistema di coltura di batteri non è stato rivelata rivelata alcuna colonia di virus. La
presenza della proteina haPrP è stata ridotta del 21,8% nella preparazione delle cellule Sf9
infettate con combinazioni di baculovirus dopo un’esposizione di 5 minuti e non è stata
rilevabile dopo un’esposizione di 20 minuti. Sembra che le membrane batteriche fossero
state rotte e che il citoplasma fuoriuscisse dal corpo delle cellule. CONCLUSIONE
L’esposizione alle superfici ——————————————————————– distrugge la
capacità di replicazione e propagazione del SARS -COV, baculovirus e E-coli, la capacità di
disattivazione del metallo di catalisi ha bisogno di interagire con l’aria, utilizzando le
molecole di ossigeno nell’aria. Uccidere efficientemente i virus e i batteri sulle superfici dei
due metalli di catalisi ha una potenzialità promettente per la disinfestazione dell’aria negli
ospedali, comunità ed proprietà private.
Parole chiave: Metalli di catalisi; disattivazione; SARS – COV; baculovirus; e coli; Infettività
INTRODUZIONE
La propagazione della sindrome respiratoria acuta (SARS) ha coinvolto ha coinvolto più di
30 paesi e aree nella primavera del 2003, coinvolgendo 8437 individui e causando 813
decessi. Si ritiene che un nuovo coronavirus (CoV) con circa 29700 bp nucleotidi nel
contesto dell’intero genoma sia l’agente che causa la SARS. Basandosi sugli studi di
morfologia, epidemiologia, sierologia, biologia molecolare etc., I dati epidemiologici hanno
rivelato con forza che le trasmissioni della SARS sono prevalentemente cluster familiari e
ospedalieri nei quali si crede che il contatto ravvicinato, incluse gocce, fomiti e contatto
diretto siano le principali modalità.
Altre modalità possibili, per esempio aeree e della catena orale-fecale sono stati ugualmente
proposti basandosi sulle osservazioni in Amoy Garden a Hong Kong.
Studi recenti hanno mostrato che il SARS-COV è abbastanza stabile in esempi umani e
ambientali. L’infettività del SARS-CoV in colture di cellule ha mostrato poco cambiamento
rispetto al sangue, saliva e feci umane, come sulla superficie di molti materiali comunemente
usati nelle case e negli ospedali dopo un’esposizione di 2 o 3 giorni. Inoltre, il rilievo
prolungato del virus nei campioni di sangue, feci e secrezioni respiratorie nei pazienti affetti
da SARS ha aumentato la frequenza della trasmissione del SARS -CoV.
Per l’inattivazione del SARS-CoV nell’ambiente, sono state largamente usati negli ospedali,
nelle case e nelle comunità delle aree infette grandi quantità di disinfettanti chimici, che
hanno causato una grande preoccupazione per la salute umana e per l’ambiente.
Nonostante sia stato confermato che le radiazioni ultraviolette (UV) siano efficaci per
eliminare l’infettività del SARS -COV in vitro, il suo uso è stato limitato a causa della scarsa
capacità di penetrazione e della dannosità per gli esseri umani.
Più recentemente, gli studi sulle superfici e di catalisi hanno mostrato che le molecole di
ossigeno possono essere assorbite e dissociate in atomi attivi di ossigeno su alcune
superfici metalliche e che l’ossidazione della CO e di componenti chimiche volatili avveniva
su alcuni supporti di metalli catalizzatori a temperatura ambiente. Questi fatti implicano che
alcuni metalli catalizzatori possano essere usati come disinfettanti del SARS-COV e di altri
microrganismi.
MATERIALI E METODOLOGIE
preparazione degli strati di metalli di catalisi
—————————————————— sono stati preparati secondo il metodo
dell’impregnazione. I campioni bagnati sono stati asciugati a 393 K per 12 ore e poi calcinati
in aria a 873 K per 3 ore. Prima dell’uso, le polveri
———————————————————- sono state pressate in strati di circa 20 mg/cm2
Testando l’infettività del ceppo del virus
Il ceppo SARS – COV e COV -P9 isolati dal tampone faringeo di una persona diagnosticata
come possibile paziente SARS in Beijing, è stato passato in cellule Vero. Lentamente virus
TCID50/—————— sono stati assorbiti lentamente sulle superfici degli strati preparati di
————————— come sui materiali di supporto come controllo e lasciati a
temperatura ambiente per 5 e 20 minuti rispettivamente. Le superfici degli strati sono state
accuratamente lavate con 100 ml del mezzo Eagle. Dopo una breve centrifuga a 3000 rpm i
supernatanti sono stati inoculati in cellule Vero in una piastrina 96-well mentre 100 ml di
virus 10 TCID50/ML non trattati sono stati anch’essi infettati con le cellule come controllo. Il
CPE (effetto citopatico) è stato monitorato dopo 48 ore di incubazione a 37 ° C. il TCID50
virale è stato calcolato secondo il protocollo di Kaerber.
Cento ml 106 PFU/ML baculovirus ricombinanti che esprimono la proteina del criceto PrP è
stati esposti e rimossi dalle superfici degli strati come descritto sopra, e inoculati nella linea
delle cellule dell’insetto SF9 in fialette di 25 cm2 mantenute a SFM mezzo (Gibco)
contenente 50 U/ml di di penicillina e 50 mg/ml di streptomicina.
Western Blot (tampone occidentale, tecnica di)
Le cellule di insetto infettate con i baculovirus ricombinanti sono state conservate e 15 mg di
estratto crudo di cellule SF9 è stato separato con il 12% gel SDS- olycrilomide (SDS-PAGE)
e trasferito su membrane di nitrocellulosa attraverso l’elettro-tampone. Si è proceduto al
Western blot con specifici PrP anticorpi RF4 monocloni (Dako) per 2 ore a temperatura
ambiente e le proteine sono state visualizzate con le perossidasi di rafano (HRP) congiunte
con anticorpi anti-topo (santa Cruz) secondo il protocollo precedentemente descritto.
Le analisi quantitative delle immagini del tampone immunologico sono state effettuate il
software del computer Image Total Tech (Pharmacia). In breve, le immagini del tampone
immunologico sono state scannerizzate con Typhoon (Pharmacia) e digitalizzate e salvate
come formato TIF. I valori di ciascun tampone target sono stati valutati e bilanciati con quelli
di un’ingegneria genetica espressa dalla proteina del criceto PrP (HaPrP) che è stata usata
come controllo standard.
Testando la disattivazione del ceppo dei batteri
Per vedere il potenziale effetto di uccisione delle cellule procariotiche E coli, ceppo DHC𝛼
contenente plasmide pFastBach10b il gene resistente delle penicillina è stato messo in
coltura nel mezzo del liquido LB. Circa 10⁶ in 100 ml di volume sono state fatte colare
lentamente sulle superfici degli strati per 5 e 20 minuti e rimosse con 100 ml PBS.
L’eluizione è stata messa su lastre di LB agar contenenti 100mg/mL di ampicillina e messi in
coltura a 37° per 24 ore.
Test al microscopio elettronico
L’eluzione E coli è stata centrifugata a 10 000 rpm per 5 minuti e i sedimenti sono stati
risospesi in 50 ml PBS. La parte di dieci mL è stata assorbita in una rete di 400 maglie di
cuprum ricoperte di carbone per 1 minuto. Dopo che il liquido in eccesso è stato drenato con
la carta da filtro, le maglie sono state macchiate con il sodio fosfotungstato, ph 7.5 per circa
un minuto.
La presenza di batteri è stata osservata con un microscopio elettronico (Philips Tecnhai 12)
a 80 KVx 7000 – 12000.
Risultati
Dopo l’esposizione agli strati delle superfici di catalisi l’infettività dell’eluizione SARS -CoV
sulle cellule Vero monostrato era sceso ad un livello molto basso
(10______________________________________) Non rilevabile CPE è stato osservato
nelle colture di cellule inoculate con l’eluizione da quella esposta per 20 minuti (Tavola 1)
mentre i supernatanti dalle superfici dei materiali di supporto che hanno indotto il tipico CPE
rivelando un’alta infettività 10 5.75) che era comparabile con i risultati del controllo del virus.
Indica che l’esposizione del virus SARS -CoV sulle superfici dei metalli di catalisi rimuove
l’infettività virali in vitro velocemente e efficacemente.
Tabella 1
Per vedere se l’esposizione degli strati del Ag/A1O3 ha influenzato il DNA dei virus, è stato
introdotto nei test un baculovirus ricombinante. Non si è potuto rilevare nessun distinto CPE
dopo 72 h di incubazione a 27° C usando l’eluizione degli strati Ag/A1O3 esposti per 5 e 20
minuti (dati non mostrati). Il test del Western blot ha mostrato specifiche bande reattive nelle
posizioni attese nei lisati delle cellule infettate con l’eluizione esposta alle superfici dei
materiali di supporto (tabella 1, linee 5 e 6). Tuttavia, solo leggere bande reattive sono state
evidenziate sui lisati delle cellule infettate con l’eluizione esposte sulle superfici degli strati
Ag/A1O3 per 5 minuti (fig. 1, linee 7 e 8)e nessuna banda è stata trovata in quello di 20
minuti (fig. 1, linee 9 e 10).
Analisi quantitative hanno rivelato che l’espressione di HaPrP è stata ridotta del 21,8% nella
preparazione esposta per 5 minuti, comparata con quella esposta sul materiale di supporto.
Nessuna infezione è stata rivelata nelle piastre inoculate trattate dagli strati Ag/A1O3 e
Cu/A1O3 per 5 e 20 minuti, mentre si vedevano innumerevoli colonie nelle piastre inoculate
con l’eluizione dei materiali di supporto come controllo. Le osservazioni al microscopio
elettronico hanno mostrato che i batteri nell’eluizione dello strato di supporto possedevano
le tipiche figure che intaccano i corpi delle cellule e e fibrille rilevabili (fig. 2a). Dopo il
trattamento con gli strati Ag/A1O3 e Cu/A1O3 il corpo delle cellule dei batteri sembrò essere
lisato e sembra che le membrane delle cellule si siano rotte e che il citoplasma sia
fuoriuscito dal corpo delle cellule (Fig 2b) anche se si continuavano a vedere le forme dei
batteri. Dopo l’esposizione di 20 minuti solo i resti e i frammenti delle cellule si vedevano
l’eluizione (fig. 2c). Confrontati con le figure dei bacilli nello strato di controllo con una forma
geometrica rilevante e una densità elettronica, i bacilli esposti per 20 minuti hanno perso le
loro forme geometriche. Alcuni di loro avevano lineamenti visibili di cellule, ma gli interi corpi
delle cellule erano quasi elettronicamente trasparenti e sembravano come sacchi vuoti con
delle membrane, indicando la perdita del citoplasma (fig. 2c).
DISCUSSIONE
La trasmissione del coronavirus SARS si crede avvenga tramite fomiti e gocce, come per
trasmissione aerea. La disinfezione dell’aria gioca un ruolo fondamentale nell’impedire i
canali di trasmissione della SARS e di altre malattie infettive respiratorie.
La scienza delle superfici e gli studi di catalisi hanno dimostrato che i metalli di catalisi
possono essere usati per disinfettare l’aria. L’esposizione di componenti chimiche organiche
alle superfici di alcuni metalli di catalisi a temperatura ambiente può risultare in
decomposizione probabilmente dovuta all’ossidazione degli atomi di ossigeno attivo
dissociati sulle superfici dei metalli. Qui, abbiamo riportato che l’esposizione alle superfici
degli strati Ag/A1O3 e Cu/A1O3può distruggere le capacità di propagazione e replicazione
del SARS CoV baculovirus e E coli, nelle loro colture ottimali in vitro. Nonostante le
procedure di catalisi in di questi microbi su superfici Ag/A1O3 e Cu/A1O3 rimangano
sconosciute gli effetti di ossidazione su alcune componenti organiche sulle superfici dei
microbi può essere di qualche contributo.
Nel nostro studio l’eliminazione dell’infettività del SARS-CoV è stata ottenuta solo quando i
virus messi sulle superfici dei metalli di catalisi sono stati esposti all’aria, e il buffer
(tampone) nel quale sono filtrati i virus sospesi nei materiali di supporto. Abbiamo riscontrato
che l’infettività virale in cellule Vero era quasi invariata quando i campioni di virus erano
larghi sulle superfici degli strati di catalisi (dati non esposti) che possono bloccare
l’interazione dei metalli di catalisi con l’aria, portando ad impedire l’uso di molecole di
ossigeno nell’aria.
Viene suggerito che le capacità di uccidere il virus sulle superfici dei metalli di catalisi
dipende dall’uso efficiente dell’ossigeno nell’aria.
Le analisi al microscopio elettronico hanno rivelato una chiara fuoriuscita del citoplasma dai
corpi degli E coli dopo il trattamento sulle superfici degli strati dei metalli. Si può ipotizzare
che le membrane delle cellule abbiano potuto essere perforate dagli effetti dell’ossidazione
su alcune componenti organiche.
NOnostante sia difficile ottenere una prova morfologica dei virus dopo l’esposizione e la
distruzione e l’infettività virale possa possa passare attraverso differenti strade dai batteri, gli
effetti presenti dell’ossidazione sulle proteine virali o struttura può risultare nella perdita della
capacità replicativa del DNA o RNA dei virus, e i virus capsulati o spogli.
Numerosi patogeni possono essere trasmessi per via respiratoria attraverso l’aria, gocce o
fomiti ecc. Durante le ultime decadi, i sistemi di aria condizionata centralizzata o di ricambio
dell’aria è stato documentato siano mezzi per la trasmissione di agenti infettivi. Nonostante
l’uso di filtri efficaci nelle strutture di ricambio dell’aria possa bloccare potenziali microbi, non
è efficace nell’ucciderli o nel mettere fuori gioco la loro infettività. L’uccisione effettiva dei
virus e dei batteri sulle superfici dei metalli di catalisi, ha un promettente potenziale per la
disinfezione dell’aria negli ospedali, comunità, proprietà private.

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