Qualcuno dice che il mondo è cambiato. E forse ha ragione, se oggi siamo costre a ribadire
l’importanza delle regole più basilari di una società giusta.
Ci sono momen in cui anche noi iniziamo a pensarlo: forse è davvero cambiato qualcosa.
Accade in Provincia di Lecce, dove un gruppo di ci adini e tecnici decide di organizzare un incontro
pubblico per illustrare i risulta di un’indagine rela va alle dire ve sul contrasto al disseccamento
degli ulivi.
Una ques one che ha segnato profondamente il territorio salen no.
Gli organizzatori, come è prassi in un paese democra co, chiedono il patrocinio della Provincia.
Nulla di straordinario: si tra a di un’inchiesta pubblica, condo a dallo Stato.
E infa , inizialmente, la Provincia concede il patrocinio, riconoscendo il valore dell’inizia va e il
diri o alla libera espressione, come garan to dalla Cos tuzione.
Purtroppo, in Provincia di Lecce la normalità sembra un conce o estraneo: dopo poche ore, il
patrocinio viene ri rato.
Il mo vo? Nessun giro di parole: la “ques one Xylella” è sempre stata anche una ques one poli ca.
Quindi affermiamo che in questa vicenda a sbagliare è stata nella totalità la poli ca, che spesso ha
dimostrato di non comprendere il conce o di pluralismo anche nella ricerca scien fica.
Lo ribadiamo a gran voce: dieci anni fa, a fallire, fu la poli ca.
È normale, in ogni ques one scien fica complessa e nuova, che emergano opinioni diverse.
Vecchi e nuovi paradigmi si misurano nel diba to.
La comunità scien fica si divide, si confronta, e cerca – a raverso il metodo – di arrivare a delle
evidenze empiriche che possano trovare delle soluzioni a problema che concrete.
Invece, ad oggi, abbiamo assis to solo ad offese gratuite e frasi denigratorie a mezzo stampa – da
parte di alcuni sogge – nei confron dei relatori del convegno del 3 maggio senza che vi fossero
delle obiezioni tecniche nel merito della ques one.
Affermiamo che non possiamo essere siamo noi di Rifondazione, in questo momento, a poter dire
quale sia la strada da percorrere o quali soluzioni a uare. Ma resta un fa o incontestabile: milioni
di ulivi sono mor . Il Salento è cambiato per sempre sia da un punto di vista paesaggis co ma anche
occupazionale dato che l’olivicoltura era fonte di reddito per mol ssimi lavoratori salen ni.
E allora quale avrebbe dovuto essere il ruolo della poli ca? Alcuni esempi: favorire il confronto,
me ere a orno a un tavolo tu e le voci, cercare soluzioni, favorire l’inserimento della biodiversità
nella arboricoltura rispe o alla monocoltura del passato, agevolare l’uso in agricoltura delle BPA
(buone pra che agricole) al fine di proteggere l’ambiente e garan re la salute umana e animale.
Questo non è mai accaduto, e oggi paghiamo il prezzo di quell’inerzia.
Ora, un organo dello Stato – la Polizia Giudiziaria – ha avanzato l’ipotesi che si potesse e dovesse
agire diversamente. In una democrazia, il compito della poli ca è quello di favorire il diba to e la
diffusione delle informazioni. Così, un gruppo di ci adini organizza un evento divulga vo per
informare su ciò che sta emergendo dalle indagini. Ci saremmo aspe a interesse, a enzione,
sostegno. E, in un primo momento, così è stato. Poi è arrivata la retromarcia.
Il mo vo del ri ro del patrocinio? La presenza di relatori non allinea alle posizioni maggioritarie.
Ma si è dimen cato un de aglio fondamentale: quei relatori si limitano a riferire quanto de o dallo
Stato, a raverso le sue indagini.
Una bru a figura per la Provincia, per due mo vi. Primo: ha rinunciato al proprio dovere, che è
quello contribuire alla libertà di espressione, sopra u o quando si cercano delle risposte.
Secondo: ha offeso lo stesso Stato che è chiamata a rappresentare.
Noi non sappiamo con certezza cosa abbia causato il disseccamento degli ulivi. Ma sappiamo da che
parte stare: dalla parte di chi, nel rispetto della Costituzione, ha il diri o di esprimere le proprie opinioni.
Partito della Rifondazione Comunista
Il Segretario Provinciale
Valerio Preite